LA SFINGE
                                                     di Gaia Blandano

     Continua il nostro viaggio tra i misteri dell'Antico Egitto; questo mese ci occuperemo della Sfinge. Sono molti gli spunti di discussione che ruotano attorno a quest'opera monumentale, che ha tutte le carte in regola per essere considerata un mastodonte d'ingegneria; secondo le convinzioni degli egittologi moderni, la Sfinge ha fatto la sua comparsa durante l'Antico Regno ovvero in un periodo che va dal 2.700 al 2.200 a .C, sotto forma di un leone dal volto umano e col capo coperto dal Nemes , il vessillo rappresentante la forze e la potenza del sovrano. Quest'opera ha ricoperto diversi ruoli nell'arco del tempo; pur conservando la sua funzione di immagine regale, è stata connessa con il culto del sole, diventando così "immagine vivente di Horo all'orizzonte". Il suo carattere divino l'ha infine fatta diventare custode e protettrice delle porte dei templi e dei palazzi.
     Cominciamo con il porci la prima di una lunga serie di domande: a chi appartiene il volto che emerge da questo corpo di leone? L'egittologia riconosciuta attribuisce la sua appartenenza al faraone Chefren, appartenente alla quarta dinastia che ha regnato tra il 2.630 e il 2.510 a .C. I due egittologi Chris Ogilvie-Herald e Ian Lawton, autori del libro intitolato "Il codice di Giza" scrivono che gli studi di comparazione effettuati tra il volto della sfinge e quello di Chefren, ne rivelano la quasi totale somiglianza, ma una buona parte di studiosi, tra i quali annoveriamo nomi del calibro di Frank Domingo, disegnatore capo della polizia di New York ed esperto in identikit, John Antony West e Robert Schoch, sostengono che questa teoria non è possibile: la testa della sfinge risulta ad occhio nudo decisamente troppo piccola per appartenere, fin dall'inizio, al corpo del leone, ne consegue una quasi certa ri-lavorazione che ne sposta la datazione ad un periodo precedente rispetto al regno di questo faraone. Inoltre lo studio condotto da Domingo ha dimostrato che il pronunciato prognatismo dell'opera è del tutto assente nel reale volto del faraone Chefren e questo non è un dettaglio imputabile alla casualità. Ovviamente non è possibile parlare di prove certe. altrimenti che misteri sarebbero i nostri!
     Collegandoci ai quesiti sollevati in merito all'appartenenza del volto, affrontiamo una questione davvero importante e che ci darà materiale di discussione anche nei prossimi mesi: la datazione! Eh sì, perché la vera domanda che dovremmo porci di fronte a questo spettacolo dell'ingegno umano è: "quando?". Le prove a sostegno dell'estrema antichità della sfinge, che la vorrebbero risalente all'epoca predinastica, o meglio prediluviana, sono talmente

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