esigenze di spostamento e di ottimizzazione dei tempi di lavoro. Non si può, in prospettiva futura, imporre l'utilizzo del bus come unica soluzione praticabile per muoversi in città: bisogna, piuttosto, che l'amministrazione locale si convinca che il singolo possa liberamente utilizzare mezzi compatibili con il territorio cittadino e, soprattutto, incentivi l'uso del mezzo che, per antonomasia, è stato concepito per la mobilità urbana: lo scooter. A Milano, come in altre città, ciclomotori e motocicli hanno libero accesso alle zone inibite al transito delle autovetture utilizzando le corsie preferenziali per i mezzi pubblici di superficie e possono giungere a poche decine di metri da Piazza Duomo senza che nessuno insorga o si scandalizzi; è una questione di mentalità e di "visus" sociopolitico. A Bergamo tale possibilità è ancora ad uno stato poco più che embrionale posto che solo in alcune vie cittadine è consentito il transito di tali mezzi (solo ciclomotori ad esclusione dei motocicli di cilindrata superiore ai 50 cc, anomalia che qualche amministratore dovrebbe chiarire e che, personalmente, continuo a non capire!); eppure l'amministrazione Vicentini aveva avviato sperimentalmente, a suo tempo, il progetto di attraversamento della città per le moto, da Longuelo per via Broseta, Piazza Pontida, via Zambonate, via Tiraboschi, via Camozzi, via Suardi, via Corridoni fino all'estrema periferia orientale della città e viceversa, sponsorizzando, con lungimiranza, l'uso di un mezzo veramente alternativo all'auto. Progetto che è poi stato abbandonato sia dalla giunta Veneziani, più concentrata sulla "grande Bergamo e sulle grandi opere" che sui problemi più concreti, sia dall'attuale amministrazione Bruni, la quale, se avesse carta bianca, rimodellerebbe Bergamo come la Brescello di Peppone e Don Camillo.
     Elaborare una tale soluzione, che valuti le esigenze di una collettività e che raggiunga, comunque, lo scopo, ovvero quello di restringere la circolazione della auto marginalmente al centro storico che, in Bergamo, si concentra in quel fazzoletto di territorio che parte dalle Cinque Vie spingendosi fino a via Pignolo attraverso il Sentierone, non parrebbe così complicato. Si tenga inoltre conto che il vero centro storico di Bergamo è collocato in Città Alta, già inibita al traffico mura escluse (e ci mancherebbe altro) e che la città bassa, tranne che per il nucleo storico già citato, non necessita di interventi di drastica limitazione del traffico. La soluzione sopra indicata oltre a decongestionare le strade favorendo il transito dei mezzo pubblici, con conseguente gioia per le persone della terza età e di quelle più devote all'uso del mezzo collettivo, consentirebbe, altresì, l'utilizzo di mezzi a motore a due ruote per soddisfare le necessità lavorative e comprimere il tempo che scorre inclemente. Alcune strade, ristrette al vero nucleo del borgo storico, resterebbero pedonalizzate e, una volta fortemente limitati le zone di sosta in superficie (altra mostruosa anomalia urbana ed estetica) con la concessione di aree per i soli residenti, ci si potrebbe concentrare per una politica di utilizzo di parcheggi individuati nei silos o in aree sotterranee, soluzione che consentirebbe un più razionale uso dell'automobile a prezzi, questo si spererebbe auspicabile, veramente competitivi.

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