BERGAMO: UN'ISOLA FELICE?
                                 di Pierluigi Piromalli
     Amare la propria città, avvertirne i profumi, le essenze, gustare gli ameni scorci dei lussureggianti colli simili ad acquarelli, ma anche percepirne gli agenti inquinanti, le polveri sempre più sottili, le urla distoniche di una gioventù rapita dal fascino dell'evasione notturna pseudometropolitana e le orde barbariche di auto e moto che sfrecciano nelle popolose vie del centro, è un privilegio (si, un privilegio!) che pochi sanno veramente cogliere. Permettetemi la divagazione un po' romanzesca ma provate, allora, immersi in questa costante fibrillazione cittadina a catturare gli aspetti nascosti, paradossali, inquieti ma anche effervescenti dell'humus urbano che ci fagocita e ci spinge ad essere un po' clown, un po' metaforici giustizieri, un po' cittadini goliardici e un po' cittadini ribelli. Ovviamente, questo eterogeneo concentrato di vitalità demanda ai soggetti istituzionali oneri ed onori di rappresentanza. È, quindi, lapalissiano concludere che lanciare strali alle amministrazioni comunali cittadine, che devono saper tradurre in servizi ed in effettiva capacità gestionale le necessità evidenziate dalla comunità, debba essere considerato un esercizio quasi perverso del singolo, una sorta di inevitabile pena del contrappasso che incombe su coloro che, eletti a rappresentarci nella stanza dei bottoni, accedono alle aule municipali come le guardie svizzere in Vaticano. E se l'operato della precedente amministrazione è stato già inappellabilmente giudicato in cabina elettorale da solerti e speranzosi cittadini, inclini a mutare veste politica alla città come si cambia abito nel corso delle stagioni, occorre verificare se l'attuale governo cittadino meriti, almeno fino ad ora, pari e democratico trattamento. Pochi mesi di investitura politica non costituiscono, invero, tempo sufficiente per esprimere giudizi nei confronti dell'amministrazione in carica che, invece, dovrà meritarsi sul campo i metaforici galloni militari o, peggio, subire gli inevitabili "de profundis" dell'elettorato sempre più orientato, chissà perché, a constatare le aspettative frustrate piuttosto che a lodare l'operato politico. Ebbene, a voler essere pignoli ma non ideologicamente critici, l'amministrazione cittadina qualche scivolone l'ha già preso. È prematuro soffermarsi, almeno per ora, sulla rivoluzionaria scelta di alleanza energetica BAS - ASM partorita dal direttivo comunale, dal momento che la decisione rappresenta un'iniziativa di strategia politica a medio lungo termine intorno alla quale si potranno scrivere trattati bellici o sonetti foscoliani. Pari discorso vale per la Tangenziale Est perché, anche in merito a questo delicato argomento, c'è tempo per assistere all'esito
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