meno gettonate berlinette parcheggino gli uni sopra le altre senza che la vigilanza locale, salvo evidenti situazioni di intralcio, battezzi i poveri turisti, sdraiati in venti centimetri quadrati di spiaggia, madidi di sudore per il caldo ed in preda a spiacevoli coliti. A Bergamo, invece, il problema non esiste, anzi, oserei dire che si pone nell'esatto contrario: la polizia locale non interpreta né sopprime bensì applica alla lettera, con metodi spesso draconiani ed inappelabili, l'asettica norma amministrativa senza tener conto delle condizioni nelle quali talvolta si consuma la violazione. In sostanza, dati alla mano, la polizia locale di Bergamo può essere definita il "braccio armato" del Comune dal momento che l'intensa attività repressiva e sanzionatoria contribuisce ad alimentare in modo considerevole le casse della tesoreria locale. Sia chiaro: non intendo proporre alcuna apologia della trasgressione e sono assolutamente convinto che l'indisciplina vada combattuta e sanzionata ed il cittadino vada educato al rispetto delle regole, ma la metodica volontà con la quale la polizia locale colpisce il trasgressore è diventata un "casus belli". La capacità con la quale i "Cips orobici" riescono a cogliere sul fatto i trasgressori è da guinness dei primati. Sbucano improvvisamente come vietcong da vicoli e strade, si nascondono abilmente dietro i muri dei condomini o su viali alberati come tigrotti di Monpracem manovrando le moderne scimitarre del mestiere, ovvero i telelaser e gli autovelox, sguainano il blocchetto delle contravvenzioni come la colt di Clint Eastwood e, dulcis in fundo, tanto per guarnire l'amara sopresa al malcapitato di turno, si ergono a maestri di morale comportamentale, ergendo il capo con fierezza e calma anglosassone. Insomma, una fauna aziendale, quella della polizia locale orobica, da studiare con attenzione. Ho assistito a grottesche dissertazioni tra cittadini ed agenti su problemi di viabilità, parcheggi e soste selvagge, prendendo personalmente parte, in alcuni casi, a tali scambi di opinioni, argomenti alimentati, altresì, dalla presenza degli ausiliari del traffico, altra invenzione dell'amministrazione, come se non bastassero già, da soli, i vigili "togati".
     L'impressione che si coglie è che l'operato della polizia locale sia caratterizzato dal fiscalismo, sicuramente imposto dai vertici, più che da un'auspicabile elasticità, non per tutti ovviamente ma l'eccezione, del resto, conferma la regola, principio che dovrebbe, in astratto, spingere chiunque, ed in particolare chi tiene monitorato il territorio, a valutare le situazioni nel caso di specie. Se, infine, gli agenti di polizia locale non si limitassero a gestire quasi esclusivamente i problemi di viabilità e a svolgere oscure pratiche amministrative ma intervenissero anche in attività preventive e repressive per controllare "traffici" molto più importanti di quello veicolare, probabilmente godrebbero di maggiore consenso ed ammirazione popolare senza andare a raccogliere attestati di stima fuori regione.

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