uno degli ultimi suoi sforzi. Dovettero presto amputarle la gamba destra totalmente degenerata, ma questo evento la fece cadere in una depressione molto profonda che, associata all'uso massiccio di droghe, anche per lenire il dolore fisico, uccise la sua mente togliendole lucidità. "... la ucciderei, se ne fossi capace, non posso tollerare di vederla soffrire così..." confidò Diego ad un amico, ma non fu necessario: il 13 luglio del 1954 morì a causa di un embolo polmonare in seguito alla broncopolmonite.
     Il corpo di Frida fu esposto nel Palazzo delle Belle Arti, poi cremato. le sue ceneri conservate in un'anfora precolombiana nella CASA AZUL. Nel 1958 fu inaugurato il Museo Frida Kahlo nella stessa casa, nel quartiere di Coyoacàn, ove era nata e vissuta. Tuttora è aperto al pubblico e conserva tutti gli oggetti appartenuti alla grande artista.
     Frida seppe esprimere nelle sue opere il dolore, la morte, temi di solito evitati, rimossi, con uno stile singolarissimo e unico. I Surrealisti capeggiati da André Breton la scambiarono per una di loro, ma Frida non apparteneva a nessuna scuola e come Giordano Bruno, il filosofo cinquecentesco, avrebbe potuto definirsi "Accademico di nulla Accademia". Frida dipingeva soprattutto autoritratti. "Dipingo me stessa perché trascorro molto tempo da sola e perché sono il soggetto che conosco meglio".

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