emotiva, come se, in assenza del controllo finora esercitato sugli istinti, venisse a mancare la protezione avuta sino a quel momento, causando panico e disorientamento, spingendoci erroneamente a ritornare sui nostri passi.
     Questo libro ci insegna a essere tolleranti verso noi stessi e gli altri, senza la costante preoccupazione del giudizio altrui, del "te l'avevo detto io", che ci condizionano l'esistenza; il testo ci fa capire che possiamo e dobbiamo imparare a vivere la vita secondo i nostri desideri, senza seguire copioni prestabiliti da altre persone o, di peggio, dalla società, dal costume che ci circonda. Anche in amore, Manara ci ricorda che dobbiamo imparare a chiedere senza preoccuparci di sentirci degli egoisti, perché la felicità in una coppia non è data solamente dal rendere felice l'altra persona o solo noi stessi, ma dal costruire qualcosa insieme, seguendo i propri sogni e i propri desideri, facendoci aiutare nelle scelte più ardue anche dall'istinto, riscoprendo cosa ci fa piacere, senza avere il timore di chiedere, di pretendere. Solo così si può ritrovare non solo la vera felicità, ma anche la propria serenità.
     Il libro si conclude con le istruzioni da parte dello psichiatra per conseguire la "patente del buon vivere": liberando gli istinti, uscendo dagli schemi ed assaporando le emozioni più autentiche diventeremo di nuovo padroni del nostro destino.
     Senza dubbio, in un'epoca dominata dai manuali di self-help per ogni necessità e virtù, di libri contenenti istruzioni per essere più belli-alti-magri-intelligenti, più brillanti o per trovare l'amore perfetto, il libro di Manara brilla per la sua semplicità. Pur essendo scritto con termini decisamente scientifici, ostici ai più, i concetti che esprime sono talmente nudi che quasi ci si vergogna per non esserci arrivati da soli. Com'è possibile che in questo tempo di lamentele la ricetta per la felicità sia così facile e alla portata di tutti? Come si spiega allora il successo delle rubriche di psicologia che affollano le principali testate giornalistiche e che dipingono una società piena di persone nevrotiche e coppie "affollate" da problemi?
     Ha ragione Manara, bisogna davvero fare un passo indietro, togliersi la maschera da "super uomini", ritrovare la nostra autenticità per lasciare spazio ai nostri sentimenti più reali, senza avere timore di mostrarci in tutta la nostra vulnerabilità.
     Come dice l'autore: "dobbiamo imparare a diventare terapeuti di noi stessi." È una ricetta molto semplice, ma quanti di noi avranno il coraggio di metterla in pratica?
                                                                               Cristina Mascheroni

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