IL CORSARO
                                 di George Gordon Byron

     Pochi autori hanno incarnato tanto bene il periodo romantico quanto Lord Byron, al punto che Jerome Mc Gann farebbe coincidere questo periodo letterario con la nascita e la morte dello scrittore (1788-1924). Non a caso l'eroe appassionato paladino della giustizia, l'amante sregolato della poesia-narrazione romantica rimandano spesso alla molteplicità di personaggi incarnati nell'unico tipo "byroniano". Questo personaggio, spesso considerato frutto dell'immaginazione libera dello scrittore, è in realtà un derivato del "Paradise lost" di Jhon Milton, dove l'angelo caduto prende forma per la prima volta. Nessun autore Inglese successivo a Milton potrà divergere dai molti tipi di questa opera, per sua natura così umana e sovrannaturale nel medesimo istante.
     Byron riesce ad instaurare una sorta di dialogo personale con la poesia e per mezzo di essa promuove una sorta di passaggio da una scrittura/interpretazione "soggettiva" ad una produzione oggettiva, che trasforma la poesia in una creazione autonoma.

Stralcio di descrizione...
Pieni di fiamme ha gli occhi e di furore il petto:
Tutta ritrova in sé la sua baldanza.
Corre veloce, o meglio vola, infine arriva
Là dov'è l'estremo lembo dell'altura e incomincia la spiaggia.
Qui frena la sua corsa, non tanto per goder della Frescura
Che si leva dal mar, quanto per dare al passo Maggiore dignità,
Chè non convien apparir troppo frettoloso alla turba dei suoi.
Aveva Conrad ben appreso a dominar la gente
Con quell'arte che d'un velo ricopre l'orgoglioso, e spesso lo difende.
Altero il portamento, sprezzante era il suo volto
Sì che gli sguardi altrui tutti evitava o lirendeva timorosi.
Fiero l'aspetto, superbo aveva l'occhio
Che, pur cortese, ogni gioia volgare raffrenava.
Ogni suo moto sapeva controllar
Pur d'imporre il suo imperio.
Ma se voleva qualcuno accattivarsi, tanto mansueto si faceva
Che la sua cortesia l'ascoltator rendeva fiducioso
E tale da giudicar meno preziosi i doni altrui
D'una qualsiasi sua parola, quando risuonava nel cuor, mossa dal cuor di lui, quella profonda e dolce melodia d'accenti.
E tuttavia inconsueti gli sono questi modi: di compiacer gl'importa poco, sol soggiogare vuole;
Della sua gioventù le rie passioni
Tale lo han reso da stimar molto più chi lo teme che
Chi l'ama.


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