Circa cinque mesi dopo, tra la fine di Luglio e l'inizio di Agosto del 1884, la statua venne issata sul proprio piedistallo, ma per la sua inaugurazione si dovette attendere, tuttavia, il 23 Ottobre dello stesso anno, poiché in valle Brembana si era diffusa una malattia conosciuta come "morbo asiatico", probabilmente il colera. All'inaugurazione si calcolò la presenza di circa 20.000 persone e, nonostante nevicasse con insistenza, venne organizzata una fiaccolata con lanterne a tre colori e neppure mancò il discorso sull'amor di patria dell'allora sindaco, il conte Gianforti Suardi.
     Quest'opera fu il punto di partenza per la realizzazione, da parte del giardiniere Romeo Codali, del progetto che avrebbe contemplato la posa di aiuole, fontane ed altri ornamenti arborei, partendo da via XX Settembre per arrivare all'attuale teatro Donizzetti; ed è proprio in mezzo a questi giardini che si erge l'imponente e stupendo omaggio a Vittorio Emanuele II°.


     Per la sola realizzazione della statua, tralasciando quindi basamento, cornici e piedistallo, sono serviti novantasei quintali di granito "rosso di Baveno". L'altezza del personaggio è di quattro metri e trenta; il basamento poggia su di un piano inclinato ed è composto da tre gradini. Sull'ultimo di questi poggia la prima parte del piedistallo, formata da un cubo di granito, alto circa un metro, che
prende il nome di "zoccolo"; su di esso poggia un secondo cubo più piccolo, ma alto quasi il doppio del primo, che prende il nome di "dado". L'ultima parte, quella che precede la vera e propria scultura, è formata da due cornici, tronchi di piramidea base quadrata, ognuno dei quali prende il nome di "cimassa" e che contengono il "monolite", un parallelepipedo sempre a base quadrata, sul quale è riportata la scritta "A VITTORIO EMANUELE II° - BERGAMO - MDCCCLXXXIV", realizzata in lettere bronzee e ornata da frasche di palma e quercia. Sulla base, tra lo zoccolo ed il dado, è posizionata la bandiera nazionale con lo scudo, le armi e le fronde di quercia ed alloro, il tutto sempre in bronzo. Sui tre lati nella parte alta del monolite, sono riportati, ancora una volta in bronzo, gli altri fregi: la lupa romana e lo stemma di Bergamo. Ai piedi del monolite, sui lati, sono posizionati due basamenti rettangolari sui quali poggiano due leoni; se si rivolge lo sguardo al monumento, si può notare che quello di sinistra è rappresentato ferito ed incatenato e simboleggia il 1848/49, mentre quello di destra è rappresentato in piedi, di nuovo forte e vigoroso dopo aver spezzato le catene e rappresenta la vittoria del 1859.
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