UNA DOMENICA SULLA ROCCA

È una domenica tranquilla. Bergamo sonnecchia silenziosa nella nebbia mentre mi accingo faticosamente a risalire verso la parte alta della città. Sbuffando come una vecchia locomotiva a vapore, arranco con il mio fidanzato verso la Rocca, che maestosa svetta lassù, in Città Alta.
     Oggi abbiamo deciso di fare i turisti. Idea interessante. se non fosse per il fatto che il nostro percorso viene interrotto spesso e volentieri dal mio amato bene il quale, armato della sua preziosissima macchina fotografica (chiamarla così per lui è riduttivo) immortala ogni angolo della sua città estasiato. portoni, muri, campanili di chiese, nuvole che vagano nel cielo.. "Incredibile! Mi sono innamorata di un giapponese o di un bergamasco?" Oramai, non riesco neanche più ad opporre resistenza quando mi inquadra con il suo occhio fotografico...
     Arriviamo alla Porta d'ingresso di Città Alta e ci fermiamo a prendere fiato. Il panorama da quassù è dolce e malinconico. Bergamo sembra adagiata in un mare di panna liquida, la nebbiolina confonde i contorni delle case, mescola i colori, addolcisce le asperità e tutto sembra sonnecchiare immobile. Respiro l'aria frizzantina che mi colora le gote e penso che sono felice di essere qui! Poi mi volto e sgomenta mi accorgo che manca ancora un bel pezzettino di strada che io, da buona cittadina, percorro brontolando. Finalmente arriviamo, "Rocca!" La lapide posta sopra il portale di ingresso ci avverte che stiamo entrando in un tempio dedicato alla memoria di coloro che hanno dato la loro vita per la libertà, ma francamente non ci faccio caso, tutta presa dalla curiosità per il posto, e come me non ci fa caso nessuno delle decine di turisti che affollano il posto.
     Entriamo ed anche qui ci accoglie il solito panorama lattiginoso e sonnolento. I "turisti della domenica" schiamazzano in giro, c'è chi mangia una merendina, chi passeggia con la fidanzata per mano e la radiolina incollata all'orecchio che urla a tutto il mondo il risultato della partite di campionato, chi si bacia in un angolo nascosto per non disturbare, chi fa il gradasso per farsi bello come un pavone agli occhi della propria innamorata. Ci siamo anche noi due curiosoni che ci guardiamo in giro.
     Sul piazzale davanti a noi, fanno bella mostra di sé le armi belliche usate durante le Grandi Guerre. Mi avvicino incuriosita al primo "mostro", lo guardo, accarezzo il suo acciaio solido, mi siedo. e improvvisamente percepisco il dolore e lo sgomento che può aver provato un soldato che ha utilizzato quest'arma.. Una vena di malinconia mi prende, oggi è una giornata di festa, perché questi pensieri tristi? Guardo il mio ragazzo che mi comprende e mi stringe la mano. Un bimbo si arrampica veloce come un furetto sul carrettino e inizia a tirare calci contro la lamiera. Cerco di farlo sorridere raccontandogli che così facendo potrebbe uscire "il fantasma formaggino", ma lui non mi crede e furbescamente mi sorride in obliquo. Chissà se anche lui avrà pensato a quanto sono bizzarri i grandi!!!

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