"L'oratorio deve essere in continuo rinnovamento.
Che sia questo aspetto la ricchezza di ogni oratorio!"

                                 di Raffaella Frullone

     Giovani e oratorio. Un legame fino a qualche tempo fa molto saldo ed ora un po' incerto, ma è davvero così o stiamo solo guardando le cose dalla prospettiva sbagliata? Ne abbiamo parlato con Don Michele Falabretti, Vicedirettore dell'Ufficio per la Pastorale Giovanile di Bergamo e da 11 anni curato della Parrocchia di Osio Sotto.

     I tempi che cambiano, il massiccio investimento dell'industria nel campo del divertimento e del tempo libero ha allontanato inevitabilmente i giovani dalle case parrocchiali. Eppure, anche se bombardati da ogni tipo di proposta e a volte persi dentro il sogno di un divertimento fatto di firme e brillantini, qualcuno continua a frequentare l'oratorio e non sono neanche così in pochi. Chi sono questi giovani a Bergamo e cosa
cercano all'interno di queste quattro mura che fuori non possono trovare?
     "La situazione è complessa," ci spiega Don Michele, "a partire dal post maturità gli stessi studenti, che fino a poco prima vivevano nel pieno della loro spensieratezza e con tre mesi di vacanza l'anno, si trovano a dover diventare "forzatamente" adulti. Nel campo lavorativo vengono assorbiti da un turbine imprevisto di impegni, lavori, progetti. In questo contesto diventa naturale sfruttare il poco tempo libero fino agli ultimi minuti, succhiare il divertimento e porsi al centro di esso. Ciò che il giovane di oggi più detesta è la stabilità. Ha voglia di muoversi, di conoscere gente, di fare esperienza e questa è una cosa estremamente positiva, fino a quando la ricerca di mobilità e libertà non diventa sintomo di instabilità. L'oratorio diventa un punto stabile quindi, rappresenta il legame con un gruppo e con la comunità stessa. Per questo sta a cuore a molti giovani. La maggior parte di loro frequenta l'oratorio, almeno questa è la mia esperienza. Tutti prima o poi passano, altri si fermano.. sono i giovani che SONO IMPEGNATI nelle attività parrocchiali. Questo mi fa positivamente pensare: se un giovane ha voglia di mettersi in gioco nonostante le molteplici alternative significa che è motivato e significa che ha già trovato quel che cerca all'interno delle mura della casa parrocchiali per le quali vale la pena rimanere."
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