L'ARTE DEL TAGLIA E CUCI
                                              di Francesca Frosio

     "Quando la si vede per la prima volta si rimane delusi". Queste le parole di Van Gogh alla sorella Wil, "da spettatore", dopo aver visto una mostra degli impressionisti. Vorremmo appropriarci della frase del "pittore per disperazione" ( G.C.Argan ) al fine di sintetizzare il mio stato d'animo all'inaugurazione della mostra "Les Artistes des Salons de Paris. 1850-1950", "da spettatrice".



     Il progetto dell'esposizione è importante: ripercorrere un secolo di storia dell'arte moderna ricco di eventi ed innovazioni attraverso quella dei "Salons" parigini, dove queste innovazioni hanno trovato una vetrina. Forse un po' troppo ambizioso. Le due salette del Centro Culturale San Bartolomeo ospitano una cinquantina di opere interessanti, alcune davvero emozionanti, ma di queste solo tre sono ottocentesche, quattordici non sono datate e le rimanenti risalgono per la maggior parte agli anni '20-'30 del novecento. Tanto più che non è riportata l'indicazione dei Saloni in cui le tele vennero esposte per la prima volta. Viene spontaneo chiedersi come tutto

ciò possa conciliarsi con l'intento dichiarato dalle due organizzatrici, Raffaella e Beatrice Bellini, nel discorso d'apertura, ovvero "proseguire il percorso attraverso la pittura francese, intrapreso negli ultimi anni, riscoprendo l'arte dei Salons". Quest'ultima passa, tra il 1850 ed il 1950, dall' "arte accademica" del Salon ufficiale alla rottura impressionista del Salon des Refuses (dei rifiutati), e di

nuovo, dallo scandalo Fauves del Salon d'Automne all'attenzione per i problemi contemporanei dei Salons del dopoguerra, cosicché si fatica a farsi un'idea di tale evoluzione artistica in questa mostra. La disposizione dei quadri, inoltre, non ha un criterio preciso. Tra opere dell' ottocento affiancate ad altre della metà del xx secolo, è il caso del "Paesaggio" di Gustave Courbet, 1874, a dieci centimetri dal "Ritratto del pittore Leò Gausson" di Emile Bernard, datato

1939, o tele del medesimo autore lontane le une dalle altre, come, ad esempio, Emile Bernard è difficile seguire il filo rosso del "progetto ambizioso"; viene da pensare, sostiene il nostro direttore responsabile, che i quadri siano stati appesi a caso, dove c'era posto, incastrandoli in relazione alla dimensione della cornice.
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Bergamo, Francesca, Frosio, San, Bartolomeo, Culturale, Artistes, Paris, 1850, 1950