custodiscono gli affreschi più interessanti e, fra questi, merita particolare attenzione la grande sala con le “Storie di Ulisse”, la cui lunghezza occupa tutta la zona centrale della facciata. In questo locale si trovano i dipinti di Giovan Battista Castello, detto il “Bergamasco”, nato a Gandino all’inizio del XVI secolo, studente di pittura prima a Genova poi a Roma. Le sue opere non sono molto conosciute, ma sono di grande interesse, sia come documento lombardo di cultura figurativa di diretta derivazione romano-raffaellesca della metà del 1500, che come esempio di coerente ed intenso programma allegorico. Diversamente, fino alla fine del settecento, i dipinti del Castello godevano di grande fama, in quanto erano stati eseguiti per ornare il salone di rappresentanza della villa appartenente alla ricca e potente famiglia Lanzi di Gorlago. Con il passare del tempo e con il cambio delle abitudini familiari, essi vennero quasi dimenticati e il locale che li custodiva era divenuto un deposito di biade, fieno, strumenti agricoli ed infine un laboratorio di coltura di bachi da seta, portando al suo interno una stufa che aveva ricoperto di una patina nera gli affreschi. Prima che fosse troppo tardi, un principe veneziano di nome Giovannelli, dopo aver comprato la villa dei Lanzi, ha deciso di trasferire questi dipinti in una sede più


degna e, su consiglio del conte Secco Suardo, li ha donati alla città di Bergamo per il salone della Prefettura. Non trovando altra soluzione per salvare quelle pitture dal degrado che proseguiva, il Comune ha ritenuto necessario trasferirle su tela ed il restauratore Antonio Zanchi si è occupato della delicatissima operazione,
a spese dell’Amministrazione provinciale. Siccome il salone del Palazzo della Provincia era più grande ma meno illuminato del luogo per cui le opere sono state eseguite, si è dovuto creare un certo tipo di atmosfera ed arricchire l’ambiente di altri soggetti allegorici in tema con la storia di Ulisse.
     La decorazione centrale del plafone rappresenta “L’assegnazione ad Ulisse delle armi di Achille e il suicidio di Aiace”. Gli episodi tratti dall’Odissea di Omero e descritti nelle lunette sono i seguenti: “La finta pazzia di Ulisse da lui inscenata per non andare alla guerra di Troia”, “Ulisse prigioniero nell’isola di Calipso”, “Il naufragio in mare per la burrasca scatenata da Nettuno”, “L’arrivo e l'accoglienza di Ulisse presso i Feaci", "La gara di lancio del disco alla presenza di
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