Interrotto l'allarme si sente solo silenzio. Tutti immobili fissiamo come pietrificati il punto da cui uscirà l'acqua, perché non vogliamo assolutamente perdere il momento più bello della giornata; dobbiamo tutti essere i primi a cogliere con quanto impeto la cascata comincerà a riversarsi.
     Nonostante cinque lunghissimi minuti d'attesa, le mani sudate non si stancano di sorreggere le macchine fotografiche pronte a scattare. Nemmeno i capelli scompigliati da una lieve brezza sono un buon motivo per abbassare gl'occhi.
     Ecco finalmente, con evidente veemenza una enorme massa d'acqua bianca sbuca dalla montagna e un repentino susseguirsi di "click" accompagnano costantemente lo spettacolo. Lentamente l'acqua insegue nel vuoto la forza di gravità, ma il suo indugio è solamente un effetto della distanza e dell'altezza che deve percorrere. Da vicino la velocità di caduta sarebbe ben più coerente alla realtà.
     L'acqua conclude il primo salto schiantandosi su un piano, ma invece di rimbalzare immediatamente sembra inghiottita dalla montagna; è come se si stesse riempiendo una grande buca. Comunque, poco dopo, eccola ricomparire un po' più a sinistra rispetto alla prima verticale di caduta e di colore marrone in quanto sporca di terra. Mentre la pressione di caduta dell'acqua sul primo piano genera del fumo bianco che si espande quasi fino a nasconderla, mentre essa, in costante discesa, si accinge a concludere il secondo salto, giunge a noi esilmente il rumore dell'attrito tra acqua e roccia. Il terzo salto, il più piccolo fra i tre, si completa nel letto del fiume Serio, che, da questa distanza, potrebbe essere scambiato per un modesto ruscelletto d'acqua sporca.
     Balzo in piedi ed invito Marta a seguirmi. La cascata è uno spettacolo stupendo, ma ci sono altri divertimenti da rincorrere, come salire fino alla diga, una meta già preventivata. Oltre a me, appunto, molta gente non si sofferma molto a contemplare questo evento magnifico che durerà meno di un'ora e già troppe persone si sono incamminate verso la cima della montagna.
     Per un tratto relativamente lungo, la strada è identica a quella percorsa fino ad ora, ma successivamente incontriamo un bivio: a destra il sentiero resta immutato nella sua struttura, ma comporta molto tempo a causa della maggior distanza da coprire; a sinistra, invece, si apre un passaggio breve ma difficoltoso, ricco di salite, curve e grossi sassi, fastidiosi da superare. Tuttavia la mia scelta cade su quest'ultimo, perché la mia intenzione è quella di arrivare in cima prima che la cascata venga chiusa. Di conseguenza il ritmo di cammino dovrà anche essere piuttosto elevato.

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